La Presidente ha organizzato per le ospiti dell’Istituto la visita alla mostra di fotografie di Cristina Mittermeier, biologa marina di origini messicane, una delle fotografe ambientaliste più influenti del nostro tempo. Un piccolo gruppo di ragazze, alcune di loro per la prima volta, ha visitato il palazzo Turinetti in piazza San Carlo, dove si trovano le Gallerie d’Italia che ospitano la mostra, di cui una brava guida ha raccontato, tra l’altro, la sua storia e la recente ristrutturazione.
La mostra si intitola “La grande Saggezza” ma si potrebbe dire anche “La grande Bellezza”. Saggezza che ancora comunità in tutto il mondo mantengono rispettando i ritmi della natura e comprendendo profondamente il delicato equilibrio del nostro ecosistema. Bellezza di questo mondo meraviglioso che, forse, non ci meritiamo.
Nel corso della sua lunga carriera Cristina Mittermeier ha viaggiato in lungo e in largo per tutto il globo: con la sua macchina fotografica e le sue parole ha documentato la bellezza del nostro pianeta e le diverse culture e tradizioni dei popoli che lo abitano immortalando paesaggi marini e terrestri in continuo mutamento, fauna e comunità indigene che ancora vivono in simbiosi con la natura e le difficoltà che queste devono affrontare per salvaguardare la propria identità.
La fotografa, ha dedicato gran parte della sua vita alla salvaguardia degli oceani innescando un’azione critica riguardo alla conservazione del pianeta denunciando l’allarmante declino della salute degli oceani dovuto alla pesca eccessiva, all’inquinamento e ai cambiamenti climatici. Cristina ha voluto rappresentare il nostro pianeta non attraverso immagini catastrofiche e distruttive ma attraverso la bellezza di volti e costumi di indigeni che ancora sopravvivono, l’ambiente, talvolta fiabesco e incantato con colori spettacolari, e gli animali nel loro habitat, selvaggi ma non impauriti, rispettati e ammirati nella purezza delle loro forme e negli atteggiamenti. Come non emozionarsi davanti a questi spettacoli?
L’errore più frequente che possiamo commettere in quanto esseri umani è di dare per scontato questo meraviglioso mondo, ignorando i suoi fragili e antichi meccanismi. L’attenzione di tutte le partecipanti alla visita è stata grande e speriamo che abbiano colto l’invito della mostra a una riflessione su quanto e cosa sia per noi “abbastanza” e a prendere in considerazione un’esistenza più sostenibile e consapevole per il futuro dell’umanità utilizzando con saggezza le risorse limitate del nostro pianeta.